Il DVD riprende gli artisti in studio, pianoforte è armonia e ritmo con passaggi di interplay, nella miglior tradizione di Tyner; il disegno melodico è lasciato ai solisti della chitarra, che personalizzano i brani. Con Scofield prevale certamente la fusion, con trame a tratti forse troppo prolisse. Con Ribot emerge un carattere più avant, che Tyner compensa con una base tonale chiara. Fleck dà vita a una simbiosi molto interessante, con un banjo non banalmente tradizionale che a volta ricorda il sitar indiano e introduce contaminazioni sonore molto moderne. Frisell introduce timbri quasi “new age”, fluidi, a tratti narcotizzati, basati su arpeggi più che su passaggi melodici; forse è l’artista con cui Tyner riesce a fondersi meglio, riducendo la separazione tra accompagnatore e solista. Con Trucks i brani hanno tutto sommato meno personalità; Greenslaves è un traditional riprodotto in chiave di divagazione divertita.