In una stanza trascurata, un ragazzo vive nella solitudine e nell’apatia, rifugiandosi nella TV e in droghe leggere. Una mattina, viene svegliato da un amico, l’unico che lo visita con costanza e familiarità. Il loro scambio consiste in scherzi duri e piccoli gesti affettuosi, ma tra le righe si percepisce la sofferenza del primo e la genuina preoccupazione del compagno. Tra risate e silenzi pesanti, emerge una malinconia non detta, una profonda fragilità.