Regista: Shōhei Imamura

Viaggio a Tokyo

Shukichi e Tomi, ormai vicini ai settant'anni, decidono di affrontare un lungo viaggio per Tokyo per visitare i propri figli prima che sia troppo tardi. Arrivati alla capitale, l'accoglienza non è quella attesa: sia il primogenito Koichi che la sorella Shige hanno troppi impegni di lavoro e sembrano vivere la presenza degli anziani genitori più come un fastidio che come una gioia. Solo Noriko, vedova da otto anni del secondogenito Shoji, dimostra un sincero affetto per gli ex suoceri, nonostante non ci sia alcun legame di sangue ad unirli.

La ballata di Narayama

In un villaggio giapponese sperduto tra i monti, giunti a 70 anni i vecchi vengono condotti a morire sulla cima del monte Narayama per permettere ad un giovane di sfamarsi. Una vecchia, per lasciare il posto alla giovane nuora, si rompe i denti contro un pozzo per sembrare più vecchia e affrettare quindi la sua fine.

11 settembre 2001

Undici cortometraggi di altrettanti registi, lunghi ognuno undici minuti, nove secondi e un fotogramma. Per ricordare gli eventi tragici dell'11 settembre 2001.

La vendetta è mia

Dopo il brutale assassinio, a scopo di rapina, di due esattori del Monopolio, la polizia apre un'inchiesta: il sospettato numero uno è Enokizu, che lavora come fattorino presso il medesimo ente. Le indagini aprono squarci inquietanti su di lui: è sposato e ha due figlie, ma la famiglia non lo vede praticamente mai e vive senza poter contare sul suo apporto economico. Più volte incarcerato, Enokizu ha un'amante che sottopone a reiterate violenze: e quando quest'ultima scopre la verità, l'uomo non esita a uccidere ancora, dandosi poi a una disperata fuga...

Il tempo del raccolto del grano

La 28enne Noriko, nubile ed economicamente indipendente, vive con la sua famiglia a Tokyo. A causa del suo comportamento anticonformista, Noriko subisce le pressioni dei genitori, di suo fratello e persino del suo capo affinché si sposi e metta su famiglia come ogni brava donna giapponese. Nonostante tutto, però, rimane determinata ad essere l'unica artefice del proprio destino.

Il sapore del riso al tè verde

Il matrimonio di Taeko e Mokichi sta passando un momento di crisi. Lei lo tratta con sufficienza, gli mente molto spesso. Lui è un dirigente aziendale dai molti svaghi, bar, ippodromi e sale da pachinko che frequenta con un amico più giovane. Nel frattempo, la nipote di Taeko, Setsuko, decide di non accettare un matrimonio combinato per non condurre una vita coniugale infelice proprio come quella dei suoi zii.

Il profondo desiderio degli dei

Nell'isola di Kurage si praticano ancora culti animisti e la sola risorsa è rappresentata dalla coltivazione della canna da zucchero, specie dopo che un masso ha misteriosamente ostruito la falda acquifera. Ad essere accusati più o meno apertamente di aver causato la maledizione e scatenato l'ira degli dei sono i Futori, famiglia dalle bizzarre abitudini, con sospetto di praticare l'incesto. L'arrivo dell'ingegner Kariya dovrebbe avviare i lavori di un impianto idrico che dia inizio alla modernizzazione dell'isola.

L'anguilla

Yamashita, un colletto bianco, uccide la moglie dopo averla scoperta a casa con l'amante. Dopo aver passato otto anni in prigione, si trasferisce in un piccolo villaggio dove apre un negozio di barbiere. Non parla con nessuno, tranne con un amico conosciuto durante la galera. Un giorno trova una giovane donna di nome Keiko, svenuta dopo aver tentato il suicidio. Lei gli ricorda molto la moglie e le dà la possibilità di lavorare con lui anche se non le permette di stargli vicino.

Acqua tiepida sotto un ponte rosso

Yosuke, gentile impiegato disoccupato, viaggia da Tokyo in un villaggio della penisola di Noto alla ricerca di un tesoro che non c’è. V’incontra la bella Saeko che ha la prodigiosa qualità di traboccare d’acqua (di vita) ogni volta che ha un accoppiamento sessuale o quando trasgredisce a una legge sociale. I suoi flussi d’acqua tiepida ridanno vita alle piante e attirano frotte di pesci. È un inno alla vita terrena e alla necessità di trasgredire regole e convenzioni per riaffermarne i diritti. Anche per ragioni anagrafiche, evoca la libera leggerezza dell’ultimo Buñuel.