Voce del verbo amore
Ugo e Francesca, 35enni, sono sposati da dieci anni e hanno due figli. La frenesia della vita moderna, la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro e soprattutto la routine di coppia li allontanano. Finché giunge inevitabile, e lì per lì senza grossi traumi, la separazione. Voce del verbo amore, opera seconda di Andrea Manni, prende avvio proprio da qui, dal momento in cui le strade dei protagonisti si dividono. Ma il destino è bizzarro: scommettiamo che scopriranno di amarsi ancora? Lo spunto, in verità non originalissimo ma pur sempre di stringente attualità, avrebbe potuto riservare sviluppi interessanti. Accantonata l'idea, ben più coraggiosa ma troppo poco rassicurante, di descrivere sinceramente la fine fisiologica di un amore, il regista avrebbe potuto confezionare una brillante romantic comedy di riconquista, con due bravi attori come Giorgio Pasotti e Stefania Rocca impegnati in una maliziosa guerra dei sessi aggiornata ai tempi confusi.
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