La tentazione di Venere
Chiamato all'Opera di Parigi per dirigere Tannhäuser di Wagner, il direttore d'orchestra magiaro Zoltan Szanto (N. Arestrup) si trova alle prese con incomprensioni linguistiche, noie sindacali, nevrosi, gelosie, rivalità e ha una relazione con la primadonna (G. Close, doppiata nel canto dal soprano Kiri Te Kanawa). L'opera va in scena, ma a sipario abbassato, affidata soltanto alla musica e ai cantanti. Ambiziosa metafora sulla difficile convivenza tra i popoli europei dopo la caduta di muri, cortine di ferro, frontiere tra Est e Ovest, ha al suo attivo il colorito resoconto sull'allestimento di uno spettacolo lirico e i suoi retroscena, ma la parte centrale sulla passione extraconiugale, iniettata di succhi e veleni autobiografici da parte di Szabó, è imperdonabile. Prodotto da David Puttnam, contribuì al suo declino.
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