L'amore in città
Prodotto da Marco Ferreri, ideato e supervisionato da C. Zavattini, più che un film a episodi è, o voleva essere, un'inchiesta giornalistica filmata in 6 parti. C'è l'inchiesta vera e propria ("L'amore che si paga" di Lizzani, "Tentato suicidio" di Antonioni), il pezzo di colore ("Paradiso per quattro ore" di Risi, girato in una balera), l'aneddoto di cronaca bianca ("Agenzia matrimoniale" di Fellini, che però lo inventò, facendolo passare per cinema-verità), il servizio di cronaca nera ("Storia di Caterina" di Maselli-Zavattini), il corsivo di costume ("Gli italiani si voltano" di Lattuada). I 2 pezzi più divertenti sono quelli di Risi e Lattuada, il più lirico nel suo sommesso patetismo quello di Fellini. Il più intenso e approfondito è dell'esordiente Maselli e Zavattini. Fu il 1° numero di Lo spettatore, semestrale che doveva continuare e rinnovare il discorso neorealistico, ma non ebbe seguito per mancanza di pubblico.
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