Dai primi anni ’90, cioè dalla sua adolescenza, la regista Chloé Barreau ha iniziato a filmare con una videocamera digitale i suoi fidanzati e amanti, conservando le registrazioni. Oggi quelle immagini di feste casalinghe, uscite di gruppo e incontri amorosi, a volte clandestini, si collocano come contrappeso, pietra di paragone e rari documenti in dialogo con le interviste individuali che Barreau torna a registrare oggi con le stesse persone. Il fine è ricordare, a scopo terapeutico, dettagli, anche molto intimi, di ogni relazione, e confrontare le rispettive versioni delle cose, per capire cosa, nella memoria emotiva, sia rimasto. Un gioco di rispecchiamenti che presto si rivela una sorta di terapia individuale e in qualche modo anche di un gruppo.